Alcune cose rimangono sempre uguali. E, in certi casi, è un’ottima notizia, come dimostra in maniera lampante l’azienda a conduzione familiare Zum oberen Hof in Val d’Ultimo, in Alto Adige. Dall’inizio degli anni settanta la famiglia Lösch vi coltiva erbe aromatiche grazie al solo lavoro manuale. I campi di erbe aromatiche che circondano il maso – uno dei più antichi di tutta la vallata – sono situati a 1.320 metri di altitudine, lontani da strade, fabbriche e altre fonti di inquinamento ambientale.
La posizione è perfetta per la coltivazione delle erbe aromatiche anche perché, nel corso della giornata, le piante ricevono molte ore di luce solare, mentre di notte le temperature a queste altitudini sono sempre basse. In questo modo le erbe aromatiche della famiglia Lösch possono sviluppare i loro aromi in maniera ottimale. La coltivazione a regola d’arte, il giusto momento per il raccolto e l’essiccamento delicato, che permette di mantenere inalterati tutte i preziosi elementi costitutivi, creano un prodotto per il quale il Marchio di Qualità Alto Adige è ben più che meritato.
La sopravvivenza di un’azienda è garantita solo se le persone vi lavorano con convinzione e passione. E questo è senza dubbio il caso della famiglia Lösch, che sintetizza così la sua visione del mondo: “Amiamo lavorare in mezzo alla natura, e le diverse erbe aromatiche, con tutte le loro eccezionali proprietà, non smettono mai di entusiasmarci”.
A premiare, e allo stesso tempo a motivare la famiglia, per tutto l’impegno e la scrupolosità riversati nel lavoro, è la soddisfazione della loro numerosa clientela. Nell’orto delle erbe aromatiche dello Zum oberen Hof si cerca sempre di preservare – e migliorare – la qualità dei prodotti realizzati a mano. Una questione importantissima per la coltivatrice Inge Lösch: “Vogliamo portare avanti l’orto delle erbe aromatiche come un’azienda a conduzione familiare”.
Amiamo lavorare in mezzo alla natura, e le diverse erbe aromatiche, con tutte le loro eccezionali proprietà, non smettono mai di entusiasmarci.
Inge Lösch